A partire dal primo gennaio 2024, l’entrata in vigore della direttiva europea Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) impone alle aziende con un organico di almeno 500 dipendenti di compilare un bilancio di sostenibilità. Questa pratica rappresenta un passaggio essenziale per mantenere credibilità sul mercato e aprire nuove opportunità di investimento. Nel corso degli anni, tale requisito si estenderà anche ad altre imprese.
La finalità della nuova normativa è aumentare la trasparenza e la coerenza nelle comunicazioni riguardanti la sostenibilità.
Entro il 1° gennaio 2025, sarà estesa alle imprese con più di 250 dipendenti e/o con un fatturato superiore a 40 milioni di euro, o con un totale attivo di 20 milioni di euro.
Successivamente, sarà applicata alle PMI e alle imprese internazionali che operano all’interno dei confini dell’UE, in base ai ricavi, alla presenza di una succursale o di un’azienda figlia.
I tre pilastri fondamentali sono riassunti dall’acronimo ESG: ambientale, sociale e governance. Questi sono i parametri su cui valutare la sostenibilità di un investimento, fornendo così strumenti più completi a banche, investitori e imprese per valutare il profilo aziendale. La mancata conformità a tali criteri comporta diversi svantaggi sul mercato, mettendo a repentaglio l’esistenza stessa dell’attività: difficoltà nell’ottenere credito e nell’agire come fornitore per altre aziende, insieme alla perdita di competitività e attrattività. Inoltre, molte entità pubbliche richiedono la conformità ESG per partecipare a bandi.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta un processo interno volto a comunicare le performance e gli impatti di sostenibilità a tutti gli stakeholder. A livello europeo, costituisce un simbolo delle scelte politiche finalizzate a imporre alle imprese un percorso di trasparenza, concretezza e responsabilità. In un periodo in cui l’economia sta attraversando cambiamenti significativi, si affrontano sfide globali cruciali per la sopravvivenza del pianeta e della sua popolazione. L’UE si impegna anche nel contrasto ai Green Claims, cioè alle affermazioni ambientali che alimentano il fenomeno noto come Greenwashing. Questo termine si riferisce alle imprese che dichiarano di essere sostenibili solo a parole, allo scopo di conquistare quote di mercato sensibili al tema ambientale, senza effettivamente mettere in atto azioni coerenti.
L’importanza cruciale del rapporto di sostenibilità impone alle aziende di avviare un percorso concreto verso la sostenibilità al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle normative attuali e future, sfruttando al contempo le opportunità di mercato disponibili. SustainAbility Hub propone un iter che inizia con una fase iniziale di consulenza, dove si verifica un incontro diretto con l’azienda per raggiungere un accordo sui concetti chiave, facilitando così l’organizzazione nel perseguire gli obiettivi con maggiore consapevolezza.
La prima tappa consiste nell’Assessment, durante la quale si raccoglie informazioni cruciali sull’impatto aziendale sia interno che esterno, nei settori ambientale, sociale ed economico. Successivamente, si sviluppa un’analisi delle lacune per categorizzare gli stakeholder coinvolti nella valutazione e nella definizione strategica dei temi più rilevanti. Il passo successivo è la Pianificazione, in cui viene formulata la strategia che sarà implementata nei prossimi anni. Due strumenti fondamentali in questa fase sono il Piano strategico, che stabilisce le linee guida da seguire, e il Piano di rendicontazione del bilancio di sostenibilità, che raccoglie dati aziendali per la compilazione del bilancio.
L’ultimo passo è l’Attuazione, che comprende una serie di azioni mirate a raggiungere gli obiettivi stabiliti, le quali devono essere comunicate in modo efficace. In questa fase, eseguita annualmente, si valutano costantemente e ciclicamente gli aggiornamenti e le ridefinizioni delle azioni o degli obiettivi per mantenerli allineati alle evoluzioni del mercato, delle normative e delle dinamiche aziendali.